Italia-Germania 16 a 10, in campo linguistico vinciamo noi

Italia-Germania 16 a 10. A poche ore dal match calcistico che deciderà chi andrà a sfidare domenica la Spagna per il titolo di Campione d'Europa e nelle ore drammatiche di un altro incontro-scontro che vede protagonisti i leader politici dei due Paesi, Angela Merkel e Mario Monti, alle prese con difficili scelte per salvare l'Europa, un primo risultato arriva dal confronto linguistico. E ci vede vincitori con ampio margine.

In un articolo uscito lo scorso 26 giugno 2012 sul Corriere della Sera, Isabella Bossi Fedrigotti spiega come il tedesco, inteso come lingua, ha subìto - per lo più nei secoli scorsi - una invasione di termini italiani, in prevalenza dal campo musicale e culinario. Meno pesante la contaminazione di termini tedeschi nel vocabolario italiano. 

Complessivamente, gli esempi presentati dalla giornalista e scrittrice sono 16 dall'italiano al tedesco e 10 dal tedesco all'italiano. "Il match linguistico lo vinciamo noi", scrive Bossi Fedrigotti.

Ecco perchè. Nel campo musicale, la Germania (e l'Europa intera) è stata colonizzata da termini come allegro, vivace, andante con moto, piano, pianissimo, tutti entrati a far parte del lessico germanico (come, del resto, anche francese, inglese e spagnolo). 

L'emigrazione italiana in Germania ha visto schiere di camerieri, cuochi, pizzaioli trasferirsi a Berlino e dintorni che oltre a far conoscere ai tedeschi piatti e alimenti tipicamente italiani, ha esportato tante parole entrate a far parte dei vocabolari tedeschi. Se la pasta è termine universale e una bolonese sta per spaghetti al ragù, curioso è l'adattamento di termini come salami e ruccola. E poi, grissini, balsamico (l'aceto) e prosecco. Mentre per avere un'acqua minerale basta chiedere una pellegrino. A fine pasto, potete ordinare un gelati o un tiramisu anche se - precisa Bossi Fedrigotti - non si sa bene dove "dove porre l'accento".

Ma non c'è dubbio, "la parola italiana più utilizzata in assoluto in Germania, specialmente da parte di chi vuole sentirsi giovane e trendy, è senza dubbio il piccolo, facile e affascinante «ciao!»".
 
E dal tedesco cosa abbiamo importato? Poco, qualche eredità dall'ambito militare come kaputt e diktat, mentre dal campo culinario abbiamo saccheggiato il celeberrimo strudel e le graffe napoletane chiare figlie dei Krapfen.

Dove vince la Germania? si chiede in conclusione la giornalista. Nella precisione, nella capacità "di puntualizzare con minuzia le situazioni, che infilza come farfalle su uno spillo, laddove l'italiano tende volentieri a restare un po' più sul vago: a conferma che la lingua è primo e fondamentale specchio della personalità".

Leggi l'articolo integrale "«Ruccola» e «kapieren»: il match linguistico lo vinciamo noi" di Isabella Bossi Fedrigotti sul Corriere della Sera del 26 giugno 2012

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